involucro traslucido
10
Mag

La traslucenza nell’involucro architettonico: materiali e applicazioni

Valentina Modugno

Negli ultimi anni,molti progettisti architettonici non solo hanno dedicato la loro attenzione alla creazione di ambienti stimolanti, ma si sono sempre più concentrati sulla progettazione delle superfici, sulle proprietà tattili, di colore e di texture, dei materiali costruttivi. Il coinvolgimento sensoriale viene sempre più spesso applicato all’involucro, facendolo assurgere ad elemento di raffigurazione artistica e, talvolta, grazie al suo grado di astrazione, ad elemento di dialogo particolarmente inusuale con l’ambiente che lo circonda. Si vuole quindi indagare il tema della traslucenza applicato all’involucro architettonico attraverso la lettura delle nuove tendenze espressive della progettazione contemporanea, che sempre più si apre verso la sperimentazione di materiali e soluzioni tecnologiche innovative.

Nell’attuale cultura percettiva l’architettura pare spostare i limiti interpretativi ed essenziali dalla sensorialità, ottenuta attraverso le caratteristiche dei materiali, alla sensorialità esito degli effetti della luce artificiale o naturale applicata agli stessi. L’involucro viene deputato quale punto di convergenza tra le istanze tecniche e le istanze rappresentative del progetto di architettura, e protagonista, anche a sé stante, nel dialogo con tutto quello che lo circonda (strada, piazza, ambiente, natura, altri edifici ecc.): è il frons scenae,ovvero una trasposizione all’esterno dei contenuti formali, sia tecnici che semantici, dell’edificio.

Nuove tendenze ‘traslucide’
La crescente diffusione di modelli progettuali applicativi di facciate/involucri di natura traslucida, caratterizzati da istanze progettuali e da esiti attuativi assai diversificati all’interno del panorama architettonico contemporaneo, pone al centro dell’attenzione non soltanto la quantità e la qualità delle singole soluzioni tecnologiche rispetto al tema,ma anche le modalità di selezione dei criteri di risposta ai requisiti di natura percettiva legati all’involucro e quindi alle diverse prestazioni richieste a tal fine allo stesso.Tale analisi trae origine dall’osservazione di alcune limitazioni nel coordinamento tra metodologie progettuali e approcci applicativi sviluppati in diversi contesti, sviluppando una riflessione sul rapporto tra progetto di architettura ed il percorso di costruzione dello spazio architettonico in cui la luce trova un ruolo meno convenzionale nella qualificazione della percezione dei luoghi. Diventa quindi indispensabile riconoscere, all’interno di tale tendenza, i possibili percorsi d’innovazione tecnologica, sia di natura produttiva che di sistema, tramite l’articolazione delle esperienze condotte su piani certamente coordinati,ma di fatto chiusi (prototipi).

Talvolta si è osservata come prevalente una scelta di materiale a caratterizzazione dell’involucro, altre volte dominante l’applicazione di una scelta di sistema costruttivo e/o funzionale sul materiale specifico di impiego. Le dinamiche tra queste attitudini ordinative progettuali non rispondono sempre a regole codificate e ripetibili, pur non presentandosi come casus (come occasionalità), ma di sicuro appaiono frequentemente come unicum…

⇒ l’articolo continua sul numero 30 de ilProgettoSostenibile

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