paesaggi culturali
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Giu

Resilienza dei paesaggi culturali: identità e continuità

Giampiero Lombardini

Cultural landscapes, and specifically the coastal landscapes, can be interpreted as complex systems, namely systems that through their capacity of self-organization, rise their identity and maintain it over the time. The identity landscape dimension is not otherwise identified by the recognition of their individual elements. This identity recognized (and auto-recognized by population and users) identifies the system with respect to the external environment and represent the component of the landscape that should be maintained recognizable over time. In a world dominated by uncertainty and often unpredictable change, landscape systems, and coastal landscapes specifically, are subjected to pressures that might affect just those identifying characteristics that are often determine the status of the same social well-being and local economy of communities. Resilience is the set of landscape system properties that guarantee the maintenance of its recognizability. The evaluation of the resilient properties of a landscape system (which can be summed up in the concepts of connectivity, redundancy, diversity, density, distribution) can be the basis on which build an assessment model that can monitor the limitations under which the recognition of the fundamental values of identity persists over time.

I paesaggi costieri a forte componente antropica e ad alta patrimonializzazione vengono intesi come una forma specifica di paesaggio culturale concepito come un vasto campo di relazioni che abbracciano non solamente le dimensioni estetico percettive, ma includono anche i processi ecologici, le dinamiche economico-sociali, il complesso insieme dei manufatti umani e delle loro relazioni. Le più recenti definizioni di paesaggio, e di paesaggio culturale in modo particolare, contenute nella Convenzione Europea sul Paesaggio (2000) e successivamente integrate (seppur con non irrilevanti diffrenze) nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. 42/2004) hanno condotto a due fondamentali innovazioni: da un lato la considerazione delle imprescindibili interrelazioni tra aspetti naturali e componenti antropiche (materiali e non) risultato della codificazione normativa di una matrice culturale di lungo periodo e dall’altro la distinzione tra insiders ed outsiders, intendendo con i primi le popolazioni che vivono e producono il paesaggio e con i secondi coloro i quali vi accedono percettivamente e culturalmente solo in modo temporaneo se non estemporaneo. In ambedue i casi (pur nella talora radicale inconciliabilità delle rappresentazioni che i due gruppi di soggetti producono), si riconosce comunque nei quadri paesistici quell’insieme complesso di relazioni che ne fa emergere la loro dimensione identitaria. L’insistenza, ivi espressa, sulla considerazione delle interrelazioni tra fattori naturali e fattori antropici conduce a considerare, in via logica, il paesaggio come un sistema complesso. L’obiettivo diventa quindi quello di cogliere questa integrazione tra processi naturali e dinamiche antropiche (comprese quelle dei produttori di paesaggio e dei fruitori esterni). Una visione fortemente integrata delle dinamiche uomo/natura che riconosce un imprescindibile rapporto di coevoluzione tra ambiente e comportamenti umani, avvicina poi il concetto di paesaggio culturale a quello di sistema socio-ecologico.

I Sistemi Socio-Ecologici (SES) sono sistemi adattativi complessi poiché si basano sull’interazione di fenomeni ecologici, economici e sociali che si evolvono secondo cicli di crisi/adattamento. La struttura di un sistema socio-ecologico consiste nell’ordinamento spaziale e temporale delle sue componenti, le cui relazioni reciproche ne esprimono l’organizzazione e ne condizionano la traiettoria evolutiva, che si sviluppa continuamente a partire dalle condizioni preesistenti. Lo studio dei sistemi socio-ecologici, sviluppato finora secondo due approcci differenti e tradizionalmente separati, quello socio-economico e quello ecologico, deve invece tenere conto, nel caso dello studio dell’evoluzione dei paesaggi, della loro profonda relazione e dell’intensa influenza che la società, le istituzioni e l’economia esercitano sulle componenti ecologiche e quindi sulla capacità di produrre servizi ecosistemici…

⇒ l’approfondimento continua sul numero 36-37 de ilProgettoSostenibile

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